TCS New York Marathon

TCS New York Marathon

Maratona di New York

La 42 km più famosa del mondo

A breve si apriranno le iscrizioni alla 48° edizione della Maratona di New York, il sogno nel cassetto di ogni runner, amatore e professionista. La TCS New York Marathon attrae ogni anno un numero sempre crescente di podisti da tutto il mondo, ormai più di 50.000, che desiderano percorrere 42,195 chilometri lungo i cinque distretti di New York, dal ponte di Verrazzano fino all’arrivo in Central Park.

La prima Maratona di New York

E’ impressionante pensare come in meno di 50 anni siano aumentati esponenzialmente i numeri della competizione podistica più popolare al mondo: nel 1970, anno della prima Maratona di New York, i partecipanti furono soltanto 127, di cui solo 55 tagliarono il traguardo. L’unica donna iscritta si ritirò prima dell’arrivo. Vinse Gary Muhrcke, con il tempo di 2H 31′ 38″. Alla gara assistettero non più di un centinaio di spettatori.

La Maratona di New York oggi

Nel corso degli anni la New York Marathon si è trasformata, fino a diventare una bellissima festa, dove la folla in visibilio incita e sostiene i maratoneti con musiche, balli e un tifo che molti partecipanti descrivono come qualcosa di estremamente emozionante e a tratti commovente: sentire urlare il proprio nome da bambini, anziani e persone appese ai pali della luce, dev’essere un’esperienza incredibile.

TCS New York Marathon: gli italiani nella storia

L’ultima Maratona di New York, quella del 5 novembre 2017, ha visto la partecipazione di ben 3.000 italiani, secondi solo agli statunitensi. Fra gli iscritti infatti, 38.000 gli statunitensi, di cui oltre 19.838 dallo stato di New York. Tra gli stati esteri, in ordine di numero di partecipanti, l’Italia (3.000), a seguire la Francia (2.596), la Gran Bretagna (1.727), la Germania (1.393), l’Olanda (1.215), la Spagna (1.115). La prima nazione non europea è stata l’Australia, con 969 iscritti.

Tre atleti italiani sono entrati a pieno titolo nella lista dei top runner della New York Marathon: Sara Dossena, Emma Quaglia e Francesco Puppi, venticinquenne comasco arrivato 19° assoluto in 2H 25’ 35”, quarto europeo e primo degli italiani.

Maratona di New York percorso

Il percorso attuale della Maratona di New York risale al 1976, stabilito da Fred Lebow, cofondatore con Vince Chiappetta dei New York Road Runners, e attraversa tutti e 5 i distretti della città. Inizialmente la TCS NYC Marathon si svolgeva tutta all’interno di Central Park.

10 curiosità sulla New York Marathon

Abbiamo raccolto alcune informazioni e curiosità relative alla 42 chilometri più famosa del mondo:

1) la Maratona di New York si corre sempre la prima domenica di novembre

2) è a numero chiuso: partecipano oltre 50.000 persone, ma le richieste di partecipazione sono mediamente più di 100.000

3) la selezione dei partecipanti è ad estrazione: per iscriversi basta andare sul sito ufficiale della Maratona nei mesi in cui il “drawing” è aperto – di solito tra gennaio e febbraio dell’anno in cui si intende correre

4) per entrare nella lista dei classificati il tempo limite è di 8 ore e mezza

5) partecipare alla Maratona di New York costa 358 dollari. Nel 1970 i partecipanti pagarono 1 dollaro.

6) i vincitori della NYC Marathon, maschile e femminile, vincono 100.000 dollari a testa. 60.000 dollari vanno al secondo classificato, 40.000 al terzo. Alla prima edizione i premi erano orologi di poco valore e trofei riciclati di competizioni di baseball e bowling.

7) l’unica edizione annullata è quella del 2012, a causa delle conseguenze del passaggio dell’uragano Sandy

8) nel 1970 la federazione sportiva degli Stati Uniti – Amateur Athletic Union – vietava alle donne di partecipare alla Maratona, ma i fondatori della manifestazione della Grande Mela ignorarono da subito tale divieto, consentendo alle donne di partecipare alla competizione

9) sono 4 gli italiani che hanno tagliato per primi il traguardo della Maratona di New York: Orlando Pizzolato (1984 e 1985), Gianni Poli (1986), Giacomo Leone (1996) e – unica donna – Franca Fiacconi (1998, ma anche un bronzo nel 1997, e due argenti nel 1996 e 2000).

10) per evitare scorrettezze, viene installato un chip nelle scarpe di ogni corridore. Risale al 1979 l’episodio che vide l’atleta Rosie Ruiz percorrere parte della maratona in metropolitana! L’atleta terminò la maratona in poco meno di tre ore, destando fin da subito qualche sospetto. E infatti la verità emerse dopo poche ore dall’arrivo al traguardo.

La Maratona di New York vista da vicino

Non solo top runner e grandi atleti, ma anche amatori tra i 3.000 corridori italiani che hanno preso parte alla 47° edizione della maratona della Grande Mela. Tantissimi i racconti di entusiasmo, gioia e commozione di coloro che si sono uniti al “fiume” dei 50.000 runner provenienti da tutto il mondo.

New York Marathon: l’emozione della partenza

“La giornata inizia alle 4:45 con la sveglia, e poi colazione alle cinque. I bus ti aspettano alle 5:45 e non oltre, altrimenti chiude il Ponte di Verrazzano e non c’è modo di arrivare nella zona della partenza. Il viaggio per Staten Island dura più di un’ora visto il traffico… ci sono circa 55.000 persone che vanno tutte verso lo stesso punto. Sono le 7 di mattina, io parto alle 10:05… 3 ore ad aspettare all’aperto, al freddo e separato dagli amici, visto che le gabbie sono distanti km fra di loro. Alle 9:35 inno Nazionale e partenza della prima ondata… lì ti viene la pelle d’oca, sia per l’inno sia per la vista della partenza degli altri … pensi che fra mezz’ora tocca a te e ti vengono i brividi.”, racconta Michele Passarelli, 48 anni, da circa 10 anni dirigente di una multinazionale e più o meno nello stesso periodo diventato un runner.

NYC Marathon: l’entusiasmo contagioso della folla

La Grande Mela è pronta per regalare ai corridori una grande festa a sorpresa: musica, balli, marciapiedi gremiti di persone di tutte le età, presenti per incitare ogni singolo runner.

“Alla fine del ponte si entra a Brooklyn… e lì è stata la bolgia! Centinaia di migliaia di persone per i 14 km di Brooklyn… non c’è un posto libero fra il pubblico. Bande musicali, DJ, tantissimi bambini che ti chiedono “il cinque” e quando glielo dai sono emozionatissimi come se avessero toccato chissà quale campione. Tutti ti incitano in maniera fantastica: “You are great, You are handsome; You are doing it; Keep running” … uno mi ha anche detto “It’s almost done” (è quasi finita) e visto che eravamo al 5° km gli ho risposto “Your sister” (tu sorella). Insomma, una festa … e i km passano senza che te ne accorga; tanto è il casino intorno a te che non riesci neanche a sentire il tuo respiro.”, racconta sempre Michele Passarelli.

Anche Sara Testa, atleta italiana che si è unita alla Maratona di New York nel 2016, racconta la sua esperienza:

“Finito il ponte.. un BOATO.. Non ho mai avuto così tanta pelle d’oca… Entusiasmo, gioia, allegria ti pervadono completamente. Inizi a sorridere… non puoi non farlo, è impossibile non farlo, neanche ti rendi conto che stai correndo e intanto sorridi.

Per un attimo ti dimentichi della fatica degli allenamenti, della solitudine nell’aver spesso corso da sola, dei dolori dei tuoi infortuni, della paura di non farcela che ti ha accompagnato fin lì… e ti rendi conto che corri solo per cercare di dare la mano a più persone possibili, che sono lì per te, per divertirsi con te, per tifare per te”.

Sembra sia impossibile concentrarsi e grazie alla festa i chilometri passano veloci, racconta Sara Testa:

“OK, dai Sara… concentrati, oh cavoli! Guarda che figata: “If Trump runs for president… You can run this!” Ahah no vabbè! E ce ne sono mille altri di cartelli così. Oppure ci sono le foto a grandezza NATURALE (giuro!) degli amici che corrono… che quando arrivano si fermano a salutare tutta la famiglia, i parenti vari e gli amici! Fantastico! Aahaah… ok, però basta… ora mi devo preparare perché tra poco c’è il famoso ponte di Queensborough. Dicono tutti che da lì in poi ti puoi venire la famosa crisi… il muro insomma… quel famoso momento in cui il tuo cervello ti dice che sei un cretino e che è meglio che ti fermi.”

Ma l’adrenalina è stata talmente tanta, racconta Sara, che non c’è stata nessuna crisi!

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